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Sono passati quattro mesi dal ritrovamento del corpo di Giulio Regeni. Il corpo è stato trovato su una strada deserta dopo essere stato sottoposto a una “disumana, animalesca, inaccettabile violenza”, hanno riferito le autorità italiane. A oggi, la verità non sembra, purtroppo, essersi fatta più vicina e ci troviamo a chiedere con forza che sia fatta luce su questa oscura vicenda. E’ appena giusto pretendere di sapere come sia stato possibile che una persona sia morta in una maniera così atroce; ricevere delle risposte attendibili su questa vicenda e, in generale, sul tema della difesa dei diritti umani e della tutela delle libertà fondamentali, è d’obbligo.

Inoltre, la ricostruzione della dinamica dei fatti, è inficiata dalla riluttanza da parte delle autorità egiziane a fornire le informazioni richieste, dai tentativi di fornire versioni di comodo e da depistaggi, facendo sì che le indagini procedano con grande difficoltà. In questo quadro il nostro governo, seppure in una situazione difficile, ha preso una posizione forte e, a fronte della scarsa cooperazione da parte egiziana, è stato richiamato a Roma – per consultazioni – il nostro ambasciatore. L’Italia considerava, infatti, l’Egitto quale partner strategico per combattere il terrorismo e per stabilizzare una regione che, dalla Libia alla Siria, si trova in una situazione di grande incertezza. Anche in sede europea il governo italiano aveva sostenuto la necessità di cooperare con l’Egitto su una serie di problematiche essenziali: dai migranti al terrorismo allo sviluppo economico, nell’alveo di una strategia che mira a trattare i problemi dell’area non solo in una logica emergenziale.

Inoltre, nel mese di marzo, il Parlamento europeo ha votato una risoluzione non vincolante che raccomanda la sospensione degli aiuti militari in Egitto alla luce del “rapimento, la tortura e l’uccisione selvaggia” di Regeni. Il Parlamento europeo ha sottolineato – tra l’altro – che l’omicidio di Regeni “non è un incidente isolato”, ma ha avuto luogo in un contesto che vede l’aumento delle pratiche illecite in Egitto; segnalazioni di torture, sparizioni forzate e casi di morte di detenuti sotto custodia della polizia paiono casi non sporadici. “Il continuo ed elevato livello di repressione in Egitto impone una revisione profonda e completa delle relazioni dell’Unione europea con l’Egitto”, si legge ancora nella dichiarazione del Parlamento Europeo.

Il valore di questa risoluzione non sta solo nel condannare l’assassinio e la tortura di Regeni, ma nel collegarlo alle condizioni generali di violazioni dei diritti umani in Egitto. Si tratta di un atto fondamentale poiché non si può dare la sensazione di essere disposti a transigere sui propri valori fondativi. La ricerca di una verità totale sul caso di Giulio Regeni, e impegni seri sul rispetto delle libertà individuali e politiche sono condizioni essenziali per qualsiasi cooperazione.

Sul tema i Consiglio Comunale abbiamo approvato all’unanimità la mozione “Verità per Giulio Regeni”, proposta da PD, SEL e Gruppo Misto Zurlo, chiedendo di sollecitare il Parlamento e il Governo Italiano affinché si attivino in tutte le sedi internazionali preposte per far luce sulla morte di Giulio e chiedendo di inviare la mozione a:

– Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, al Presidente della Regione Piemonte e al Sindaco della Città Metropolitana;

– Presidenti dei Consigli Comunali della zona ovest per proporre loro di inserirla all’Ordine del Giorno dei prossimi Consigli Comunali, affinché possa essere condivisa e sostenuta;

– Associazione Amnesty International sostenitrice, fin da subito, della richiesta di verità e giustizia.

 

Isabella Beraudo